
Ci sono alcune cose di cui le ragazze preferiscono non parlare con i genitori: cotte, ciclo mestruale, sesso, problemi relazionali, tumulti emotivi.
Spesso è più facile farlo con le amiche, ma una ragazza quindicenne può fare ben poco per sostenere un’amica durante una relazione violenta, una gravidanza indesiderata o malattie trasmissibili. A chi possono rivolgersi le ragazze per avere risposte quando familiari e amici non sono in grado di fornire informazioni e guida necessari ad affrontare momenti così delicati?
Una gravidanza indesiderata può avere un impatto drammatico sulla salute e sul futuro economico di un’adolescente. Dei 2,5 milioni di ragazze adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni in Uganda, il 26% è sessualmente attiva e non desidera avere figli per almeno due anni. Tuttavia, solo il 39% di queste ragazze utilizza metodi contraccettivi moderni, il che significa che 6 ragazze su 10 non hanno accesso ad informazioni sulla pianificazione familiare.
Nel corso degli anni, sono state avviate molte iniziative per rendere i servizi alla salute sessuale e riproduttiva più accessibili ai giovani, soprattutto in contesti dove questi argomenti sono tabù. Negli ultimi anni, il design thinking, attraverso il suo approccio human-centered design (HCD) ha affrontato questa sfida con numerosi progetti dedicati proprio alla crescita e all’emancipazione delle ragazze in Africa sui temi di una sessualità informata e consapevole.
Lo ha fatto IDEO.org con progetti finanziati e una meravigliosa pubblicazione che li racconta dal titolo semplice quanto potente: Progettare con e per le ragazze (Designing for and with Girls)
IDEO ha utilizzato il design thinking per affrontare le sfide legate alla salute riproduttiva delle adolescenti africane con approcci, strumenti e soluzioni diverse, ma con un’unica costante: il coinvolgimento attivo e costante delle ragazze. L’obiettivo è stato quello di immaginare soluzioni che rispondessero ai loro reali bisogni, ai loro desideri ma soprattutto ai differenti contesti culturali.
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Cos’è il Design Thinking?
Il design thinking è un processo creativo e iterativo che pone le persone al centro della progettazione. In contesti di salute riproduttiva, questo approccio consente di comprendere profondamente le esigenze, i desideri e le sfide delle adolescenti, per co-creare soluzioni che siano veramente utili e sostenibili.
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Empatia, visione, impatto
Attraverso la collaborazione con organizzazioni leader in Africa subsahariana, IDEO mostra come l’empatia diventi la bussola per navigare la complessità. Ascoltare le storie di vita delle ragazze, comprendere le loro barriere e co-creare soluzioni con loro non è solo un approccio etico, ma una strategia realmente efficace.
Designing for and with Girls regala uno sguardo privilegiato su strumenti, prospettive e, soprattutto, storie di vita che illuminano un percorso innovativo. Ci ricorda che per affrontare temi universali, dobbiamo partire dal locale, dalle esperienze dirette di chi vive quella sfida ogni giorno. Ma la forza di questa generosa condivisione consiste nel cambio di prospettiva che offre ai lettori: al centro non c’è la salute riproduttiva ma il futuro delle ragazze. Il lavoro insieme a loro sposta il focus dall’universo della paura, del giudizio, delle malattie trasmissibili, della contraccezione a che cosa aspirano per loro stesse domani. Sono loro al centro.
Quale impatto si vuole generare attraverso la scelta consapevole di ognuna di loro?
Quali leve sono necessarie a mostrare loro altre possibilità di realizzazione accanto a quelle di mogli e madri?
Come si inverte il punto di vista di familiari e partner riguardo la contraccezione per le ragazze?
L’altro tema che emerge fortissimo tra i differenti progetti è quello di lavorare insieme alla comunità, ai pari, alle famiglie, ai partner, al contesto. Quello che ci restituisce lo studio è che la sfida delle ragazze in Africa è così ambiziosa che ha bisogno un approccio sistemico affinché non si debba tornare indietro.
I progetti attraverso gli occhi delle ragazze
Allora vi invito a leggere progetti come:
BATELA LOBI NA YO che nella Repubblica Democratica del Congo ha coinvolto adolescenti e le loro reti di supporto per comprendere percezioni ed ostacoli riguardo la contraccezione.
La fase di ascolto e coinvolgimento delle ragazze ha creato campagne di comunicazione visiva e incontri tra pari per favorire la discussione e la conoscenza sui metodi contraccettivi.
Il progetto è stato monitorato attraverso risultati tangibili: 5.000 adolescenti hanno visitato una clinica e il 75% ha adottato un metodo contraccettivo.
ADOLESCENTS 360 condotto parallelamente in Nigeria, Etiopia, Tanzania ha sviluppato programmi come “Smart Start” (Etiopia), che collega la pianificazione finanziaria alla salute riproduttiva, e “9ja Girls” (Nigeria), che offre spazi sicuri in clinica per esplorare il legame tra contraccezione e aspirazioni personali.
Le soluzioni co-create con le ragazze hanno sviluppato materiali e attività rendendo la comunicazione a misura delle giovani donne coinvolte.
DIVA CENTERS è uno dei miei progetti preferiti, in Zambia le ragazze sono state coinvolte per progettare spazi sicuri, accoglienti e privi di atmosfera medicalizzata, dove le ragazze possano informarsi e accedere gratuitamente a servizi di salute riproduttiva. Sono nati dei centri estetici per le unghie dove le adolescenti si sentissero libere di parlare e confrontarsi. Le scuole, infatti sono sono state indicate come luoghi adatti al dispiegarsi di conversazioni libere e autentiche.
Anche la comunicazione ha voluto parlare la lingua delle ragazze introducendo avatar divinità, le Divine Divas, modelli di rappresentazione dei diversi stili di vita e delle preferenze contraccettive, aiutando le ragazze a identificarsi e a scegliere consapevolmente.
FUTURE LAB in Kenya ha creato un “lifestyle brand” per attirare non solo ragazze, ma anche giovani maschi, con l’obiettivo dialogo comune, incontri tra pari, riviste e cliniche in grado di accogliere le coppie, così che i temi della contraccezione diventino una scelta e una responsabilità condivisa.
I risultati sono stati misurati attraverso un aumento significativo delle visite di adolescenti nei centri di salute e nell’adozione di metodi contraccettivi a lunga durata.
Sempre in Kenya BINTI SHUPAVU è stato un progetto replicato e adattato a differenti contesti, con il coinvolgimento diretto delle ragazze per personalizzare percorsi informativi e di accesso alla contraccezione.
Il progetto nel corso di un solo anno, ha contato oltre 21.000 ragazze diventate nuove utilizzatrici di contraccettivi dopo aver partecipato all’intervento.
SHE MATTERS ha co-progettato servizi sanitari con le adolescenti, affrontando insieme temi di salute mentale e riproduttiva.
Nella pubblicazione di Ideo sono raccontate differenti tecniche esplorative e di coinvolgimento di adolescenti provenienti da culture e storie differenti. Materiali creativi, visualizzazione, ideazione per analoghi e ambienti diversi hanno permesso di rompere tabù e rendere la partecipazione giovane, informale e divertente.
Progettare CON le Ragazze, non solo PER loro
In contesti complessi come quelli africani, affrontare le sfide della salute riproduttiva richiede un approccio innovativo e inclusivo. Il design thinking, emerge come metodologia chiave per sviluppare soluzioni efficaci attraverso il diretto coinvolgimento delle destinatarie nelle soluzioni progettuali.
Progetti come Divas in Zambia e She Matters in Ghana dimostrano l’efficacia di coinvolgere le ragazze come protagoniste del cambiamento. Divas ha creato centri di salute riproduttiva gestiti da giovani donne, utilizzando un linguaggio e ambienti familiari per abbattere le barriere culturali e sociali. In Ghana She Matters ha co-progettato servizi sanitari con le adolescenti, affrontando insieme a loro i temi di salute mentale e riproduttiva.
Nelle differenze tutti questi progetti hanno avuto i drivers comuni:
- la centralità della persona: ogni soluzione nasce dalla profonda comprensione dei bisogni, dei desideri e delle sfide specifiche delle adolescenti. Non esistono soluzioni per tutte le stagioni
- la co-creazione come motore: coinvolgere attivamente le ragazze nel processo di ideazione e prototipazione non solo garantisce la rilevanza delle soluzioni, ma le rende anche protagoniste del cambiamento
- l’iterazione e l’apprendimento continui: il design thinking è un processo dinamico. Testare le idee, raccogliere feedback e adattare le soluzioni è fondamentale per il successo a lungo termine.
- l’approccio sistemico e olistico: affrontare la salute riproduttiva significa considerare il contesto sociale, culturale ed economico in cui le ragazze vivono.
Coinvolgere le ragazze nel processo di progettazione non solo migliora l’efficacia delle soluzioni, ma promuove anche valori alla base del cambiamento come l’autonomia, la fiducia e la leadership tra le giovani. Questo approccio contribuisce a costruire un futuro in cui le adolescenti hanno il potere di prendere decisioni informate sulla loro salute e sul loro destino.
Chiudo con una piccola riflessione personale, nel nostro paese si dibatte molto di educazione di genere, sessuale ed sentimentale. Esistono progetti come questi in contesti difficili se non estremi. Perché non ispirarsi rendendo i ragazzi e le ragazze protagonisti delle loro scelte invece che considerarli dei meri fruitori di processi educativi? Immaginare l’impossibile forse si può.
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Altri progetti per approfondire
She Matters: Co-designing with girls to improve reproductive and mental health services in Ghana
Kuwa Mjanja project for adolescent girls in Tanzania
Adolescent Wellness Days A Toolkit for Implementors