L’architettura dell’informazione è moltissime cose perché è una disciplina sempre più complessa e sfaccettata. Oggi vorrei soffermarmi su un particolare aspetto che è ricorso spesso in questi giorni in aula come nei progetti in cui sono impegnata.
L’architettura dell’informazione, secondo me, è prima di tutto armonia, sintonia tra elementi, equilibrio.
Quando progettiamo un sito, una app o qualsiasi prodotto digitale e non, disegniamo sistemi complessi che mettono insieme tante cose. Queste cose devono suonare insieme all’unisono.
Come nell’architettura tradizionale è necessario fare i conti con le richieste del cliente, i criteri di vivibilità (i bisogni e le aspettative di chi ci vivrà) e le risorse a disposizione (tempi, budget, etc.).
Ma ci sono altri aspetti da gestire e armonizzare come quelli di sfruttare in maniera armonica i materiali locali per assicurare un inserimento fluido della struttura nel contesto.
Tutto questo non toglie spazio alla creatività e all’esplorazione di nuove soluzioni a patto che esse siano immaginate sempre vivibili, coerenti tra di loro e in assonanza con l’ambiente circostante.
Nell’architettura tradizionale ho sempre pensato al lavoro di Gaudì. L’architetto catalano ci ha lasciato strutture molto originali al limite dell’estroso, che, a guardale con attenzione, sono la rappresentazione tangibile di una profonda armonia strutturale e contestuale. Ogni curva, ogni mostra, ogni balcone sono l’affermazione di un equilibrio studiato nei minimi particolari. L’esterno è una proiezione dell’interno disegnato in una visionaria continuità.
Se le finestre dei suoi palazzi fossero state meno ardite o le colonne dei balconi diverse o i suoi edifici in un’altra zona o in un’altra città l’effetto sarebbe diverso. Percepiremmo una, forse inspiegabile, distonia.
Ho spiegato questo ai miei studenti di UX al Rome University of Fine Arts mentre iniziavano a immaginare l’architettura dei loro progetti d’esame. Le mappe, i menu, i box che prendevano forma avevano come elemento comune una profonda distonia.
Le informazioni contenute nei menu proposti dai ragazzi, i cluster temporanei o fissi di contenuto, i blocchi informativi all’interno di una pagina apparivano poco equilibrati e lineari: interazioni e contenuti associati in maniera casuale, informazioni con pesi diversi livellate in menu distonici.
Architetture informative piatte e architettura gerarchiche
Nella gran parte dei casi gli studenti si stanno misurando con architetture informative piatte, dove la navigazione è decretata da metadati. Le tassonomie gerarchiche, ormai in disuso, se non altro, facilitavano la vita dei neo-designer permettendo di visualizzare più facilmente il risultato finale.
Ma quando ci viene chiesto di creare pagine dinamiche all’interno delle quali i cluster di contenuto si modellano sulle scelte delle persone allora tutto cambia.
È in questo tipo di architetture la sfida dell’armonizzazione diventa più difficile.
Gli architetti devono avere come obiettivo l’equilibrio armonico
Come architetti dell’informazione siamo chiamati a creare molteplici cluster che convivano fornendo un senso preciso al messaggio informativo e organizzare tali cluster in modo da definire un’omogeneità semantica delle pagine.
Questo è il motivo del fatto che le finestre dei palazzi di Gaudì sono un unicum con i balconi e si sposano fluidamente con il ripetersi dei piani, differenti ma perfettamente integrati nell’insieme. Così le nostre interfacce seguono il ritmo regolare e ordinato di informazioni e insiemi regolati da precisi criteri (nell’esempio il criterio è il TEMPO).
Senza equilibrio armonico le nostre architetture hanno vita breve
Senza la definizione chiara degli elementi che regolano internamente ed tra di loro i contenitori semantici, i nostri prodotti rischiano di diventare “franken-artefact”, oggetti messi insieme dalla casualità.
È dunque nella ricerca di equilibrio ed armonia tra le parti che si gioca una buona architettura dell’informazione, la fluidità, l’assenza di scalini e di cuciture nell’esperienza utente sono la conseguenza di tale assonanza.
A quel punto poco importa che stiate progettando un bunker o la Sagrada Familia….