I diari nella ricerca centrata sulle persone sono uno strumento duttile e adattabile ad ogni contesto: dai sistemi complessi ai contenuti. Eppure sono i cugini poveri della ricerca qualitativa, spesso visti con sospetto dalle organizzazioni che non ne colgono le potenzialità. Sta a noi professionisti spiegarle e questo contributo vuole fare questo insieme ad post dedicati proprio ai diari.
I diari nello human centered design sono uno degli approcci di ricerca per raccogliere dati qualitativi sui comportamenti, le attività e le esperienze delle persone nel tempo.
Il termine “diari” non aiuta a cogliere il valore di questo strumento: la parola “diario” evoca scenari intimi e personali, e anche un po’ vetusti, apparentemente distanti dai ritmi richiesti dal mercato.
In realtà a guardarli attentamente i diari sono una forma di moderna etnografia a distanza dove le persone sono protagoniste della personale narrazione dei fatti, senza filtri e una rappresentazione del dato davvero ricca e profonda.
Nei diari infatti sono i partecipanti ad auto-raccogliere le proprie esperienze in un lasso temporale più o meno lungo nel tempo. Durante un periodo definito (da 1 a 3 settimane), i partecipanti descrivono l’interazione o l’esperienza che hanno con un prodotto, un servizio o un sistema.
I diari permettono di raccogliere informazioni nel contesto delle persone, senza la presenza del ricercatore e in maniera longitudinale ovvero osservando azioni simili ripetute e protratte nel tempo.
Quando si utilizzano i diari?
Ogni volta che abbiamo bisogno di studiare l’esperienza delle persone che si ripete in un arco temporale. Ma sono utili anche quando la presenza del ricercatore rappresenta un ostacolo alla restituzione delle informazioni. Quando il contesto dove avviene l’azione è così importante da essere parte della fotografia d’insieme malgrado sia impossibile la presenza di un ricercatore.
Quando il contesto e le persone non possono o non vogliono dedicare al ricercatore tempo per esplorare le azioni dove si svolgono.
Cosa è possibile esplorare con i diari?
Qualsiasi esperienza che non sia one shot o che si ripeta una tantum nel tempo. Per il resto vi sono situazioni come quelle accennate precedentemente dove i diari sono la situazione ottimale per recuperare i dati. Poi le possibilità possono essere davvero molto ampie.
Ecco alcuni esempi:
- Come utilizzo un elettrodomestico
- Come organizzo la giornata lavorativa
- Come ho progettato il mio smartworking
- Come affronto i mezzi pubblici
- Come mi svolgo la mia beauty routine
- Come utilizzerei una intranet
- Come pubblico su Instagram
- Come usufruisco della app dedicata al parcheggio
- Come mi organizzo la spesa
- Come aggiorno un portale
- Come uso la carta di credito
- Come interagisco con il mio home banking
- Come ricarico l’auto elettrica
- Come creo e faccio approvare i contenuti da pubblicare
- Come mi tengo in allenamento.
Perché utilizzare i diari?
Perché le persone in realtà non ricordano. O non lo fanno esattamente. Attraverso le interviste possono restituire informazioni parziali o monche. Questo non è causato dalla reticenza delle persone, ma dalla oggettiva difficoltà a ricordare fatti che, oltretutto, possono mostrarsi in maniera poliedrica e diversa ogni volta.
Le persone non sono in grado di raccontare gli eventi ripetitivi evidenziandone le differenze.
Gli elementi chiave nella scelta dei diari come strumento di ricerca sono la ripetitività dell’azione e il ruolo del contesto nel momento da studiare.
Aiutano a cogliere le emozioni
Spesso nelle interviste è possibile raccogliere l’esperienza vissuta dalle persone: “quella volta in cui… ogni volta che…” ma può risultare più complesso fa riemergere le emozioni e gli stati d’animo che accompagnano quel/quei determinati momenti. Sono le emozioni che scatenano le azioni e le esperienze che ognuno di noi vive e risultano spesso determinanti ai fini dei risultati della ricerca.
Permettono di cogliere le esperienze nel contesto
La ricerca dovrebbe essere in grado di catturare la vita così com’è e non come appare in un ambiente controllato. Che cosa succede quando leggiamo le notizie sul nostro smartphone andando al lavoro e quando le leggiamo a casa? E se invece ci viene chiesto di guardarle durante un’intervista in presenza di un ricercatore? Cosa avviene quando si studia l’utilizzo di un software in terapia intensiva e lo stesso in un ambiente tranquillo e rilassato di un laboratorio UX di ricerca?
Le cose potrebbero apparire completamente diverse e i dati in contrasto tra di loro. Il nostro comportamento cambia in base a dove ci troviamo o con chi interagiamo. I diari permettono di fotografare un momento specifico di una persona inquadrato dalla prospettiva del protagonista.
Quali sono gli svantaggi nella scelta dei diari?
I diari hanno bisogno di un’analisi strategica a monte (cosa fare fare a chi e per quanto tempo), di una progettazione molto profonda nella fase che precede l’attuazione, poi c’è la gestione dei partecipanti e della loro restituzione che deve essere attenta e continuativa, infine c’è l’analisi di risultati attività complessa per la disomogeneità dei dati.
Il formato
I diari possono essere proposti attraverso varie modalità alcune combinabili insieme.
I diari possono essere:
- Cartacei
- Digitali
I diari cartacei sono quelli più tradizionali. In genere si basano su un unico input dove viene consegnato il supporto da compilare lungo il tempo della ricerca.
I diari digitali possono essere più sfaccettati: distribuiti attraverso vari canali, possono avere formati diversi e possono avere una restituzione multipla. Vediamoli in pratica.
I canali di erogazione
I diari cartacei possono essere consegnati in presenza o spediti per posta tradizionale.
I diari in formato digitale possono essere erogati tramite pc o tramite smartphone. I touchpoint possono essere molteplici, il partecipante riceve e restituisce i compiti: via mail, tramite social network oppure tramite piattaforme dedicate attraverso le quali riceve gli input e restituisce i materiali in tempo reale (es. Dscout, Indeemo). Nel caso di trasmissione asincrona, come per le mail, è consigliabile predisporre degli ambienti condivisi dove il partecipante potrà caricare i propri file (es. Drive, Dropbox, Trello, Asana), lì troverà istruzioni, domande e risposte e i contatti e chat in caso di difficoltà. Accertatevi prima che siamo tutti accessibili dalle persone selezionate.
I modelli di restituzione
I partecipanti nei diari cartacei come in quelli digitali possono restituire la propria esperienza in una narrazione libera, a storytelling, (es. raccontami cosa su succede ogni volta che prendi il caffè durante il giorno), oppure con sollecitazioni mirate e sempre diverse (es. oggi ti chiedo di descrivermi con chi come preferisci prendere una pausa).
Supporti di restituzione
Nel caso dei diari cartacei le persone compilano il format scrivendo a mano le proprie impressioni. Nei formati digitali il prodotto è sicuramente più agile per il ricercatore perché facilmente leggibile. I partecipanti però non si limitano ad inviare testi scritti, più o meno lunghi, ma possono produrre foto, disegni, video, audio e dirette che arricchiscono e potenziano il valore della narrazione.
Anche in questo caso si può decidere di chiedere al partecipante una restituzione libera (raccontami e inviami foto e video della tua esperienza di pausa caffè) oppure fare produrre elaborati su richiesta (es. oggi ti chiedo di fotografare l’ambiente della tua pausa caffè, oggi dovresti restituire un piccolo video del percorso dalla scrivania alla zona caffè).
Gli input
Nei diari cartacei l’input è in genere unico: viene consegnato il supporto da compilare o le domande e poi si attende la consegna, contattando il partecipante per un controllo ogni tanto.
Nel caso dei diari digitali possiamo avere 3 tipologie di input:
- regolare = “ogni mattina troverai nella tua casella mail il compito da svolgere”
- a chiamata = “durante la giornata riceverai un alert che ti avvisa di registrare le azioni concordate”
- ad evento = “ti chiederò di registrare la tua esperienza ogni volta che accade questo durante la giornata, la settimana, etc.”
Nel caso dell’input estemporaneo è possibile richiedere dei video in diretta che potranno essere registrati attraverso le apposite piattaforme.
Preparazione, monitoraggio e tutoraggio
L’attività di ricerca tramite diari presenta un intenso lavoro di preparazione e un consistente impegno di analisi, ma anche durante il periodo di richiesta e invio delle informazioni richiedono un monitoraggio e un’assistenza continua ai partecipanti.
Questi ultimi vanno incontrati e preparati prima dell’attività, attraverso incontri formativi, testando strumenti e tool prescelti.
Al termine della raccolta dei contributi sono infine consigliate delle interviste di approfondimento riguardo i dati restituiti da ogni partecipante.
I diari sono uno strumento pratico e multiforme che sconta un nome retrò che male rappresenta la funzionalità e l’adattabilità di questo tool.
In realtà grazie alla tecnologia i diari sono un nuovo modo di fare etnografia in diretta quando chiediamo alle persone di restituirci in maniera sincrona o asincrona il proprio vissuto, nel proprio ambiente, letto e descritto attraverso le loro parole e i loro occhi.
Approfondimenti
Scrivi, fotografa, disegna, gira! I diari e la ricerca in remoto