Cosa succede se trattiamo le organizzazioni come giardini da mantenere rigogliosi e in salute? E le persone come siepi e arbusti da far fiorire? Ognuno a suo modo, con i propri tempi e il proprio talento unico. Con un obiettivo semplice quanto comune: raggiungere l’armonia nel rispetto dell’equilibrio d’insieme.
Da qualche settimana cammino. Dopo oltre 30 anni di gloriosi spostamenti su due ruote ho deciso di percorrere a piedi la distanza casa-studio.
Questa novità mi permette di apprezzare cose di cui godevo sempre poco: i giardini, i terrazzi e il verde di Roma che cambiano con l’imminente autunno.
La premessa per raccontare le mie nuove sfide di design e il collegamento tra verde romano e impegni professionali.
Le organizzazioni sono complessi unici di biodiversità
Le organizzazioni, piccole o grandi, pubbliche o private sono sempre ecosistemi complessi all’insegna della molteplicità. In questi ambienti molto spesso la diversità è percepita come un problema e non come un valore. Azioni, processi, conoscenza tendono ad essere omologati secondo modelli identificati e proposti in maniera verticale.
Immaginiamo le organizzazioni come fossero giardini.
Un giardino è uno spazio delimitato caratterizzato da diversità e architettura che ne definiscono l’identità.
Ogni giardino è sempre una realtà composita e multiforme: a volte ordinata, altre spontanea, fintamente naturale, profumata, gentili o desertica e dura.
Ma non esisterà mai un giardino uguale a un altro, né identico a sé stesso nel tempo.
Ogni giardino è irripetibile.
Esiste una una vasta tradizione negli stili dei giardini: precisi e ordinati quelli all’italiana, fintamente causali all’inglese, rigorosi ed essenziali come i giapponesi, eleganti e quelli francesi, ruvidi e gentili come i giardini rocciosi.
Complessi organici di molteplicità e (bio)diversità.
L’architettura di un’organizzazione spesso corrisponde alle sue modalità operative, allo spazio di crescita organica delle singole molecole che lo compongono: a strutture rigide e gerarchiche corrispondono spesso silos e processi codificati. Sono i giardini all’italiana, quelli fatti da siepi e vialetti con poche variazioni sul tema.
Le organizzazioni che agiscono sull’urgenza rispondendo anche in maniera creativa, ma poco strutturata, sono come i giardini naturali, solo apparentemente disordinati e senza regole, poi, in realtà, con una propria logica intrinseca.
Un giardino è sano quando arbusti, piante e siepi sono in salute, le piante fioriscono quando le loro radici, le foglie, i rami e le gemme sono sane. Come in un ecosistema le organizzazioni funzionano quando le sue unità (team e unit) funzionano e le persone sono felici.
Se una pianta si ammala, riceve troppa acqua o troppa poca si vede subito nei suoi componenti. Una pianta malata in un giardino fa ammalare le altre. Così un team che non funziona può mettere in crisi il sistema.
Un giardino sano attraversa le stagioni e risponde bene agli eventi naturali. È lo stesso per le organizzazioni che, solide al loro interno nella consapevolezza e l’intenzione di ogni singolo individuo, sono in grado di rispondere ai cambiamenti esterni.
C’è bisogno di cura e attenzione
C’è bisogno di cura per far crescere giardini e organizzazioni sane, c’è bisogno di humus fertile, c’è bisogno di impollinazione e attenzione continua. Le organizzazioni, come i giardini, vanno osservate, ascoltate, annaffiate nella giusta quantità, vanno tenute pulite, potate quando necessario e rispettate nei tempi e nei modi di crescita.
Questa è la sfida con la quale mi sto misurando oggi attraverso un nuovo modo di fare design.
Accompagno una grande realtà nazionale ad osservarsi dall’interno: un’organizzazione che ha deciso di curare le foglie e le radici di ogni siepe del suo giardino per portare i team a fiorire tramite il talento di suoi collaboratori. L’obiettivo è riorganizzare il giardino partendo da ogni singola pianta (e ogni fusto, radice, gemma).
Lavoreremo come giardinieri riflessivi: osserveremo e rifletteremo insieme alle persone su quale tipo di giardino sono oggi, quale è lo stato del verde e cosa si può valorizzare come elementi unici.
Ogni singolo arbusto (team) viene analizzato nella sua identità e nel suo essere un insieme unico. Insieme, attraverso il talento degli individui (non dipendenti ma persone) identificheremo come ogni team può contribuire in maniera diversa all’obiettivo comune: esaltando la bellezza e il valore della diversità costruiremo lo spazio ideale.
Abbiamo l’opportunità di lavorare con numerose persone e tanti differenti team con l’obiettivo di prendersi cura e fare fiorire nel rispetto delle caratteristiche uniche di ognuno. Saranno i singoli partecipanti a definire l’identità profonda del proprio team, ognuno diverso come le piante di un giardino. Lo faremo come si cura un giardino: senza fretta, alternando momenti di analisi e fioritura individuale a momenti di confronto collettivo dove tutti potranno guardarsi con occhi nuovi.
Al termine del percorso c’è l’analisi del proprio team in formato di mappa che racconta la costellazione del proprio modo di essere squadra: come siamo oggi, come vogliamo essere domani, come immaginiamo di poter contribuire alla fioritura dell’ecosistema-organizzazione.