Sense-making, il nuovo libro di Luca Rosati, è un testo magico e sorprendente capace di trasformare la complessità nel senso della vita quotidiana di ognuno di noi.
È capitato davvero poche volte che, nella mia vita professionale, mi sia impegnata a scrivere spontaneamente la recensione di un libro. Uno perché lo ho fatto da studente universitario per la rivista del mio professore sviluppando una lieve allergia a riguardo, due perché un libro o mi piace o non mi piace, ma finisce lì.
Sense -making fa un po’ storia a sé. Il libro di Luca Rosati rappresenta per me la chiusura di un cerchio professionale complesso, ricco e più di evoluzioni come solo le grandi passioni sanno essere.
Luca è un caro amico, un mentore, al quale devo gran parte del mio percorso professionale. La riconoscenza nei confronti di chi ti ha permesso di essere quello che sei è un valore fondante, che non dovremmo mai perdere. Con Luca c’è sempre stato un dialogo negli anni fatto di riflessioni e confronto su aspetti pratici della professione dell’architetto dell’informazione, ma anche su visioni più profonde che ci hanno spesso condotto ad interrogarci sul futuro di chi fa questo mestiere.
Sense-making raccoglie questa interpretazione profonda nel ruolo del designer oggi. Il designer, che sia architetto delle informazioni, UX designer, experience-human-service designer ha l’obiettivo, e l’obbligo, di offrire un ordine di senso per le persone per le quali progetta. Il significato, che costruisce ogni volta, rappresenta un modo di vedere la realtà e di offrirla alle persone.
Le corsie, gli scaffali, le cassettiere riflettono l’idea di un mondo perfettamente organizzato. Eppure molti negozi e quasi tutti i supermercati non adottano tassonomie pure: spesso duplicano i prodotti, offrendoci esempi di poligerarchie. Le poligerarchie abbandonano la visione di un mondo perfetto in cui gli oggetti possiedono una collocazione univoca ammettendo invece una certa ambiguità.

L’ordine presuppone un apparente disordine, ma soprattutto presuppone che il singolo oggetto venga osservato con occhi nuovi: quelli delle persone per le quali si sta progettando. Ogni oggetto: dall’abito, al film, dal viaggio al vino possiede tante viste, l’ordine chiede tempo. Il tempo è quello necessario per osservare gli oggetti, stabilirne la composizione e immaginare come ogni suo singolo componente possa andare a comporre nuovi insiemi e nuovi significati.
La sposa in bianco, il maschio forte
I ministri puliti, i buffoni di corte
Ladri di polli
Super pensioni
Ladri di stato e stupratori
Auto blu
Sangue blu
Cieli blu
Amore blu
Rock and blues
(Rino Gaetano – Nuntereggaepiù)
Luca ci conduce per mano attraverso foreste caotiche e complesse che devono trasformarsi in giardini ordinati. Passo dopo passo vediamo come è possibile organizzare le informazioni partendo dalla loro essenza e dai modi in cui le persone le vivono. Un sito, una app, le indicazioni di luoghi fisici si trasformano in sistemi dal valore inestimabile dove le persone si orientano e si sentono al sicuro. Ma la costruzione di senso non si ferma al recupero di ciò che conta, ma prosegue indicando nuove strade e nuove possibili sollecitazioni.
Tutto questo non si improvvisa (di brutti siti dove non troviamo niente ne abbiamo fin troppi!) e Luca lo spiega in maniera leggera, ironica e convincente come osservare, scomporre, riaggregare e definire le cose affinché possano creare parlarci attraverso le loro proprietà.
In un cartone degli anni 70 una squadra di pecore schierate a mo’ di battaglione avanzava su un campo rasandolo con la precisione di un tosaerba. Nella realtà le cose funzionano diversamente: gli animali si muovono in modo assai meno ordinato e predicibile nella ricerca del cibo.
Sembra un testo complesso e cervellotico? Non è così, è un libro sul quotidiano, sulla vita di tutti noi che acquistiamo da Amazon, guardiamo Netflix o ordiniamo su Deliveroo. Luca cita Ranganathan e ci racconta come l’ordine sia qualcosa di umano e soggettivo, di bello e poco incline a dogmi definitivi, dinamico e sempre in evoluzione. In altre parole l’ordine che ci racconta Luca è il senso stessa della vita di ognuno, che si adegua alla complessità dell’essere umano costruendo, ogni volta, magie di senso che possono essere per sempre o per la poesia di un momento. Tra Bruegel, Eco, Barthes, Borges e Rino Gaetano, Luca ci sostiene nell’ascesa della vertigine della lista, senza paura e con un pizzico di incoscienza perché solo allora si carpisce tutto il fascino della classificazione, che non annoia mai, perché, come ci ricorda Rino, il cielo è sempre più blu.
Allora grazie Luca, per fornire il senso a tutto questo.