
Queste riflessioni nascono da un lavoro bellissimo condotto con la Provincia Automa di Trento e l Trentino School of Management che ha avuto sintesi del lavoro comunitario proprio un manifesto.
Oggi, allora, parliamo di manifesti e di quanto siano adattabili alle sfide di design.
Quando sentiamo la parola manifesto la mente va automaticamente a pilastri della cultura come il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels, quello di Lutero o il Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti. E in effetti il manifesto ha trovato la sua massima espressione in ambito politico, religioso, culturale e artistico. Forse è tempo di portare i manifesti tra di noi.
Se i manifesti si trasformassero in strumenti di design?
Un manifesto è sempre il prodotto di riflessione e rappresenta il radicamento su principi cardine. Ogni manifesto ha il potere di incoraggiare, di svelare, di incuriosire e fare riflettere. Lo fa in maniera breve, sintetica e diretta, e quasi sempre, incisiva e memorabile.
Il manifesto nel design può avere differenti funzioni. Si elaborare per:
- dichiarare i pilastri che guideranno il progetto in partenza
- sintetizzare i principi che hanno guidato il progetto in chiusura
- fissare i punti che emergono per condividere gli ancoraggi con tutti gli attori durante il processo
- definire la propria bussola morale nella professione e nella vita.
Ma partiamo dai fondamentali. L’etimologia della parola manifesto viene dal latino manifestus, manufestus e presenta tre differenti accezioni: la prima è quella di aggettivo, indica qualcosa di palese, chiaro, evidente, la seconda è indica un oggetto, un foglio di carta che si affigge pubblicamente per comunicare qualcosa da condividere, infine la terza rappresenta un insieme di contenuti, un programma, una dichiarazione d’intenti che apre al mondo.
Ci concentreremo proprio su questa ultima: sull’intenzione, intesa come il sankalpa in senso yogico, la volontà che si intende porre per orientare e dirigere la coscienza verso un orizzonte, come il compimento dell’agire o il prefiggersi un progetto.
I manifesti sono guidati dalla ferma convinzione che il momento della trasformazione è arrivato, che è questo il momento per realizzare quanto dichiarato. Come afferma Swami Saraswati: “Il suo effetto è di risvegliare la forza di volontà interiore unendo la consapevolezza cosciente con le forze inconsce che giacciono dormienti. Prende la forma di una frase o frase breve, espressa in modo chiaro e conciso, usando la stessa formulazione ogni volta, per determinare un cambiamento positivo nella propria vita.”
È evidente che non tutti i progetti si prestano alla redazione di un manifesto, serve, infatti, un perimetro ampio e una visione alta. I manifesti non funzionano nel design di singoli touchpoint: una app, un bot o una campagna social, ma nella visione che li genera e li coordina.
I manifesti “manifestano” il nostro modo di essere e interagire con il mondo: come comunichiamo, come ci relazioniamo con il mercato e con le persone, come lavoriamo al nostro interno, quale impatto vogliamo generare.
Il manifesto dichiara i principi dell’organizzazione, della visione, del progetto, del processo, della vita personale, degli strumenti che li realizzano. I manifesti sono enunciazioni immediate che sanno parlare a tutti. Lo fanno, però, attraverso alcuni pilastri:
- sintesi
- gabbia
- ritmo
- tono
- emozione
- storia
- forma.
Vediamoli nel dettaglio accompagnati da alcuni esempi.
>>SINTESI
Soprattutto delle singole dichiarazioni, è un elemento chiave. I manifesti devono essere letti e compresi da tutti, un testo breve, ben scandito diventa leggibile. Inoltre, i manifesti devono essere appesi, condivisi e i testi lunghi o troppo complessi mal si prestano allo scopo.

Il Manifesto della comunicazione non ostile, accompagnato da una palette e un’immagine grafica molto riconoscibili, lavora su frasi brevissime, semplici e dirette sostenute da una altrettanto breve spiegazione. Per leggerlo tutto: https://paroleostili.it/manifesto/
>>GABBIA
Un manifesto ha sempre una struttura precisa che si ripete al suo interno. La struttura gioca su termini, ritmo, assonanze, ripetizioni. Una frase succinta seguita da una spiegazione o un intento. Un verbo o una parola seguito dai dettagli. Una dichiarazioni visionarie e un testo che la racconta.
HCD SCHOOL MANIFESTO
No percorso, ma un cammino insieme
No guru, ma guide esperte e presenti
No effetti speciali, ma rilasci solidi e graduali
No best practice, ma pratiche audaci
No modelli, ma divergenze creative
No colpi di genio, ma fermenti di gruppo
No blasoni, ma zaino in spalla
No testimonianze, ma esperienze da immaginare
No esercizi verosimili, ma prodotti tangibili
Il manifesto della HCD School, scritta insieme a Luisa Carrada, racconta un approccio e un metodo didattico all’insegna dello human centered design. La sua gabbia è molto rigida e volutamente ripetitiva. Gioca e osa attraverso il ritmo della ripetizione intenzionalmente martellante.
Potete leggerlo completo qui: https://www.thehcdschool.it/il-manifesto/
>>RITMO
Il ritmo è indispensabile, è un mix di struttura, ripetizione, assonanze, giochi linguistici, metafore, suoni. Il manifesto va letto ad alta voce e deve avere il suo ritmo.
LIVESTRONG MANIFESTO
Crediamo nella vita. La tua vita.
Crediamo nel viverne ogni minuto con ogni grammo del tuo essere.
E che non bisogna lasciare che il cancro ne prenda il controllo.
Crediamo nell’energia: canalizzata e feroce.
Crediamo nel focus: diventare intelligenti e vivere forti.
L’unità fa la forza. Sapere è potere. L’attitudine è tutto.
Livestrong è un’organizzazione che si occupa della qualità di vita dei pazienti oncologici. Il manifesto invita le persone a reagire con coraggio e prospettiva.
Il ritmo è incalzante, netto, deciso come le parole che usa: feroce, forza, ogni grammo, cancro. Attraverso ritmo e parole questo manifesto comunica azione, lotta, empatia, mai condiscendenza o compassione.
La versione completa la trovate qui: https://www.livestrong.org/content/livestrong-manifesto
>>TONO
Il manifesto si presta ad allitterazioni, ad artifizi retorici, a piccole libertà della sintassi che assicurino concisione, ritmo e visione. L’apertura del manifesto riveste un ruolo costitutivo anche nell’annunciare il movimento che seguirà. L’apertura è quella che catalizza, seduce, sorprende e assicura la lettura. Allora un manifesto può permettersi di esordire in maniera dirompente.
FASHION REVOLUTION
Siamo la rivoluzione della moda. Siamo designer, produttori, maker, lavoratori e consumatori. Siamo accademici, scrittori, leader aziendali, marchi, rivenditori, sindacati e politici.
Noi siamo l’industria e il pubblico. Siamo cittadini del mondo.
Siamo un movimento e una comunità. Siamo voi.
Amiamo la moda. Ma non vogliamo che i nostri vestiti sfruttino le persone o distruggano il nostro pianeta. Chiediamo un cambiamento radicale e rivoluzionario.
Questo è il nostro sogno…
Fashion Revolution è un movimento internazionale all’insegna di una moda sostenibile ed eticamente corretta. Il tono è all’insegna del plurale e dell’azione condivisa, il “NOI” è incalzante in quanto l’unica vera soluzione al problema.
Trovate la versione integrale qui: https://www.fashionrevolution.org/we-are-fashion-revolution-and-this-is-our-manifesto/
>>EMOZIONE
Ogni manifesto esprime una piccola o grande essenza rivoluzionaria. Se non spinge a vedere oltre e agire per proseguire nell’intento non è un manifesto ma un decalogo operativo. Ecco allora che la scelta delle parole ha un ruolo fondamentale in un manifesto, perché verbi, imperativi, termini audaci permettono di lavorare sulla sfera emozionale del lettore.
MANIFESTO DI ACUMEN
Si inizia dalla parte dei poveri, ascoltando le voci inascoltate e riconoscendo il potenziale laddove gli altri vedono disperazione.
Richiede investimenti come mezzo, non come fine, con il coraggio di andare dove i mercati hanno fallito e gli aiuti non sono stati all’altezza.
Fa sì che il capitale lavori per noi, non ci controlli.
Si basa sull’immaginazione morale: l’umiltà di vedere il mondo così com’è e l’audacia di immaginare il mondo come potrebbe essere. Significa avere l’ambizione di imparare dal limite, la saggezza di ammettere il fallimento e il coraggio di ricominciare.
Richiede pazienza e gentilezza, resilienza e grinta: una speranza concreta.
Amo questo manifesto dall’attacco potentissimo. Acumen è un’organizzazione no profit impegnata in progetti internazionali di sviluppo all’insegna del design thinking e dei metodi partecipativi.
L’emozione apre forte: si inizia dalla parte dei poveri, non altrove ma lavorando nella disperazione per trasformarla. La grinta, la gentilezza, la pazienza sono le armi di Acumen.
Trovate la versione integrale qui: https://acumen.org/manifesto/
>>STORIA
Ogni manifesto elabora punti di vista collettivi per poi raggrupparli, fonderli e sintetizzarli. Quella che prende forma è la storia di un gruppo di persone con obiettivi e intenti comuni. Lo fa con un inizio, uno svolgimento e un finale che chiude il cerchio. Allora i manifesti diventano strumenti di storytelling corale nei quali le parole vengono scelte ogni volta con consapevolezza e cura.
APPLE MANIFESTO
Brindiamo ai pazzi. I disadattati. I ribelli. I piantagrane. I picchetti rotondi nei fori quadrati. Quelli che vedono le cose diversamente. Che non amano le regole. E non hanno rispetto per lo status quo. Puoi lodarli, non essere d’accordo con loro, citarli, non credergli, glorificarli o denigrarli. L’unica cosa che non puoi fare è ignorarli. Perché sono quelli che cambiano le cose.
Il manifesto si rivolge direttamente ai clienti Apple, fornendo un perimetro molto preciso. Sta dicendo che i prodotti e il manifesto del brand non sono per tutti ma solo per quelli in grado di pensare diversamente, sempre. Qui è come se l’azienda si raccontasse attraverso gli occhi dei “refusnik” delle persone divergenti, a volte ai margini. Il manifesto invita il lettore a schierarsi: tu chi sei? Qual è la tua storia? Sei dei nostri?
Qui la versione integrale: Apple: Think Different – design manifestos .org
>>FORMA
Il manifesto è testo, ma è anche visualizzazione. L’impaginazione visiva ne assicura la riconoscibilità e ne permette la replicabilità su supporti diversi. Attraverso la forma si coltiva la sua diffusione analogica e digitale.

HOLSTEE MANIFESTO
Questa è la tua vita.
Fai ciò che ami e fallo spesso. Se non ti piace qualcosa, cambialo.
Se non ti piace il tuo lavoro, lascialo.
Se non hai abbastanza tempo, smetti di guardare la TV…
La vita riguarda le persone che incontri e le cose che crei con loro, quindi esci e inizia a creare.
La vita è breve. Vivi il tuo sogno e condividi la tua passione.
L’Holstee manifesto è una dichiarazione a perseguire modelli diversi di vita, quelli liberi, giusti per ognuno. L’Holstee è anche un poster dalla grafica molto riconoscibile per essere appesa e visto da chiunque. Lo potete leggere intero qui: https://www.holstee.com/

OGNI MANIFESTO SPINGE AD AGIRE
Il manifesto è sempre orientato all’azione e differisce dunque da una semplice dichiarazione di intenti (non vorrei, ma voglio/intendo). Sottintende, in maniera più o meno esplicita, un risvolto pratico, concreto. Il manifesto mostra il futuro attraverso le azioni da mettere in campo, ma non ha mai carattere perentorio. Il manifesto è esortativo e visionario, infiamma, svela mondi possibili e trasmette l’urgenza del qui e ora.
Il manifesto è kickstart point e, al contempo, faro del progetto: stiamo ancora aderendo, perseguendo i principi che ci siamo dati all’inizio?
Ma è anche un oggetto profondamente simbolico nel quale riconoscersi, ritrovarsi e sentirsi comunità.
CLUETRAIN MANIFESTO
I mercati sono conversazioni.
I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici.
Le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si svolgono con voce umana.
Sia che fornisca informazioni, opinioni, scenari, argomenti contro o divertenti digressioni, la voce umana è sostanzialmente aperta, naturale, non artificiosa.
Le persone si riconoscono l’un l’altra come tali dal suono di questa voce.
Internet permette delle conversazioni tra esseri umani che erano semplicemente impossibili nell’era dei mass media.
Scritto nel 1999 da Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls e David Weinberger il Cluetrain definisce il nuovo rapporto tra brand e organizzazioni nell’era di internet attraverso 95 potentissime tesi.
Potete leggerle tutte qui: https://www.cluetrain.com
Tutti i progetti che sottintendono un cambiamento culturale, nelle organizzazioni i processi di change management, di trasformazione all’insegna della customer centricity di rebranding, si prestano bene alla sintesi dei manifesti. È un modo di raccontarsi in maniera sintetica e diretta che permette una diffusione potente e capillare grazie anche al suo formato.
MANIFESTO DELLA COLLABORAZIONE DI COLAB
Tutti noi siamo più intelligenti di tutti noi
Apertura incondizionata
La collaborazione radicale inizia con la condivisione
Costruiamo nuove comunità
Fidiamoci del processo
Il metodo è rispetto
Genio e successo sono una mera coincidenza
Aggiorniamoci e abbracciamo la molteplicità
Incoraggiamo le idee senza limiti.
Colab è un’associazione che mette insieme professionisti all’insegna della collaborazione e del codesign. Trovate il testo completo qui: https://www.mclavazza.it/la-collaborazione-radicale-si-fa-manifesto/
ELABORARE UN MANIFESTO INSIEME
Si elaborano manifesti all’inizio di un progetto di cambiamento seguiti da azioni e strumenti co-progettati partendo proprio dagli assiomi descritti. Ma i manifesti possono rappresentare la chiusura del percorso progettuale. In quel caso diventano il distillato di quanto deciso e messo in atto durante il processo. Durante il manifesto si trasforma in un oggetto simbolico in grado di diffondere e veicolare un messaggio plenario.
Per evitare il rischio di banalità nella redazione di un manifesto la presenza di un business writer è indispensabile. Le parole e i concetti hanno un peso specifico, avere chi le domina è importante, se poi, sa gestire il lavoro di gruppo ancora meglio.
Il manifesto ideale nasce da un processo partecipativo. Si lavora in piccoli gruppi alternando una produzione individuale dei concetti con una collettiva che mette insieme i singoli contributi. Il lavoro dei singoli gruppi può in seguito essere raccolto e sintetizzato in un prodotto unico all’insegna del contributo di tutti.
Si parte dagli obiettivi: perché un manifesto e cosa vogliamo ottenere, quindi, cosa dovrà comunicare e con quale dettaglio. Ti aiuterà porti domande potenti: chi siamo, chi vogliamo diventare, come intendiamo realizzare la nostra visione, quali sono i limiti da superare e quelli da non superare mai.
Quindi.
1. Ripercorri le parole del progetto, quelle indispensabili e fondanti e quelle superflue. Escludi quelle interpretabili, quelle abusate, quelle di moda.
2. Identifica l’inquadratura e il soggetto delle azioni: io? Tu? Noi? Il cambiamento? Il futuro? La nostra lotta?
3. Stabilisci la struttura. E insieme la lunghezza dei singoli enunciati, ad esempio un’esortazione secca o un’apertura forte seguita da una breve spiegazione.
4. Scegli il tono. A chi stai parlando? Con quale obiettivo? È più indicato un tono energico, esortativo, rassicurante, provocatorio, poetico, assertivo, descrittivo?
5. Abbonda. Abbonda, abbonda. Per poi scegliere e comporre le parti migliori. I manifesti giocano sul ritmo, sul suono, sulle ripetizioni come in una danza. Per arrivare al tuo distillato devi produrre tanto, tantissimo.

IL MANIFESTO DI FROG
Siamo fanatici del miglioramento del mondo
Coreografiamo il cambiamento culturale attraverso il design
Non siamo solo un’impresa, dopo 50 anni siamo parte del tessuto culturale
Il nostro lavoro sopravvive ai movimenti e alle mode passeggere
La qualità è il nostro obbligo senza compromessi
Ci impegniamo a cambiare le menti, toccare i cuori e muovere i mercati
Siamo curiosi, vigili, esperti, attenti ai costi e consapevoli della necessità di salvare il nostro scarso ambiente
Il nostro talento è sia un’arte che una scienza, è sia business che cultura
Viviamo onestamente aperti e senza paura
L’umorismo e il divertimento vivace sono l’essenza di Frog.
Frog è una grande azienda di consulenza che racconta il suo approccio e il suo modo di relazionarsi con il mercato in maniera diretta e comprensibile a tutti. Per leggere il manifesto completo qui: https://www.frog.co/culture
E SE QUEL MANIFESTO FOSSI TU?
Un manifesto sicuramente meno noto, ma che inizia a diffondersi è quello personale. Che sentiate la necessità o meno di un proclama quello personale è un ottimo esercizio di riflessione e sintesi su chi vogliamo essere, quale il nostro posto nel mondo e come relazionarci con il sistema vivente. Valgono le regole sopra con la differenza che questo manifesto non apre e non chiude alcun processo, ma ci mette alla prova nel raccontare noi stessi e la nostra idea del mondo in poche parole.
IL MANIFESTO DI UN SAMURAI
- Accetterò tutto così com’è
- Non cercherò il piacere fine a se stesso
- Non dipenderò in nessun caso da un sentimento parziale
- Penserò con leggerezza a me stesso e profondamente al mondo
- Sarò distaccato dal desiderio per tutta la vita
- Non rimpiango ciò che hai fatto
- Non sarò mai geloso
- Non mi lascerò rattristare da una separazione
- Il risentimento e il lamento non sono appropriati né per me né per gli altri
- Non mi lascerò guidare dal sentimento di lussuria o di amore
- Nel molteplice non avrò preferenze
- Sarò sempre indifferente al luogo in cui vivo
Miyamoto Musashi è ampiamente considerato uno dei più grandi guerrieri di tutti i tempi. Visse dal 1584 al 1645 ed è l’autore del Libro dei Cinque Anelli.
Potete approfondire qui: Miyamoto Musashi on Wikipedia
PER CHIUDERE
Un manifesto sono poche parole che raccontano un mondo: la nostra organizzazione, chi siamo come professionisti, in cosa crediamo e cosa ci impegniamo a fare ogni giorno, qualunque obiettivo e qualunque forma assuma è sempre un fantastico esercizio di visione, magari un ottimo proposito per l’anno che sta per arrivare.
Mi raccomando, la sintesi è d’obbligo, proviamo a non superare i 10 assiomi, quelli giusti, quelli che rimangono stampati nella memoria di qualsiasi lettore.
Un ultimo manifesto, voglio chiudere con quello della bella immagine di apertura, scritto da Andrea Bacicchi, Luciano Barrilà, Elisa Frangi, Dario Grison, Graziano Maino per promuovere cross-settorialità negli interventi a favore delle comunità locali. Semplice, diretto, invita al coinvolgimento di attori diversi, da molteplici campi disciplinari, impegnati nello sviluppo locale consapevole e intelligente.
IL MANIFESTO DELLE COLLABORAZIONI CROSS-SETTORIALI
1. Esploriamo mondi con curiosità
2. Invitiamo e andiamo in visita
3. Connettiamo distanze e desideri
4. Usiamo creativamente spazi sociali (fisici e digitali)
5. Intrecciamo energie e opportunità
6. Immaginiamo attività ed eventi effimeri
7. Disegniamo mappe di progetti
8. Realizziamo azioni trasformative…
9. Raccontiamo e documentiamo impatti
10. Impariamo da esperienze cangianti
11. Festeggiamo i risultati
12. Lasciamo libere le idee
Potete trovarlo qui: https://www.secondowelfare.it/collaborare-e-partecipare/il-manifesto-delle-collaborazioni-cross-sector/
In momenti come questo densi di tristezze, difficoltà, opacità intellettuali ed etiche ogni manifesto è una fiammella accesa sulla speranza. Scrivete il vostro.
E un migliore 2024 a tutte e tutti.